Come ormai sappiamo l'industria del benessere è sempre più fiorente. Sono sempre di più le aziende che offrono integratori, macchinari, fasce dimagranti e ogni altra cosa che possa fare breccia nel desiderio delle persone di mantenersi in forma e in salute e di farlo con semplicità. Il web propone una vastità di soluzioni o presunte tali, ognuna basata su una diversa tecnologia, tanto che orientarsi diventa veramente difficile senza un aiuto competente. Sono sempre di più i prodotti offerti e sviluppare uno spirito critico diventa sempre più importante: saper chiedere le prove (una rassicurazione a voce da un sedicente esperto non rappresenta una prova) è l'unico modo per effettuare un acquisto consapevole.
Lightflow è un'azienda de L'Aquila che produce integratori, indumenti sportivi, ginocchiere, cavigliere e altre applicazioni. In particolare l'attenzione dell'asker Giulio si è concentrata sui prodotti della categoria “Fiberlight”. Questi secondo l'azienda sfruttano la capacità di emettere raggi infrarossi a bassa frequenza, vale a dire con lunghezza d'onda compresa tra 15 micrometri e 1 mm. L'applicazione di questa tecnologia avrebbe molti effetti positivi sulla salute, tra cui la cura di traumi, distorsioni e infiammazioni, la disintossicazione da metalli pesanti e il miglioramento della microcircolazione.
La radiazione infrarossa è situata al di fuori della parte visibile dello spettro elettromagnetico e si suddivide in varie sub-categorie a seconda della lunghezza d'onda: near infrared, short-mid-long wavelength infrared e far infrared. La maggioranza dell'energia che dal Sole arriva sulla Terra lo fa sotto forma di radiazione infrarossa, inoltre la maggioranza della radiazione elettromagnetica emessa da materia vicina alla temperatura ambiente è infrarossa (tutta la materia con temperatura superiore allo zero assoluto emette calore in forma di radiazione elettromagnetica).
Fotografia infrarossa di un gruppo di persone. Gli infrarossi non sono visibili a occhio nudo, ma possono essere “visti” da dei sensori appositamente studiati e “ricolorati” con una scala di colori che possiamo vedere. Ovviamente la scala di rossi va molto di moda… Fonte: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Infrared_1080967.jpg
Di recente la parte dello spettro infrarosso chiamata far infrared, che va da 15 micrometri a 1mm come dicevamo, è stata oggetto di attenzioni per alcune sue presunte proprietà. Sulla base di ciò alcune aziende hanno iniziato a vendere prodotti che intendono sfruttare questa capacità.
In particolare Clean Body 28 è un cerotto che se applicato aiuterebbe a disintossicare il corpo da tossine e metalli pesanti, proprio sulla base della tecnologia “far infrared” (FIR). L'ask di Giulio era mirato proprio verso questo aspetto, vale a dire a richiedere la documentazione scientifica mediante la quale si dimostrasse l'efficacia della tecnologia FIR per disintossicare l'organismo. Purtroppo però l'ask di Giulio, nonostante i solleciti a distanza di tempo, non ha ricevuto risposta. Questo non significa certamente che i prodotti non siano validi, vuol solamente dire che senza una risposta non è possibile valutare la serietà delle affermazioni dell'azienda.
In attesa di una risposta possiamo fare, con l’aiuto del CICAP-Med, il punto della situazione riguardo agli studi esistenti su questa tecnologia. Vi sono alcuni lavori che hanno provato a indagare gli effetti dei FIR sulla salute umana, mettendone in luce le potenzialità che vadano oltre il semplice effetto termico. In particolare uno studio pubblicato sulla rivista open access “Nature - Scientific Reports” mette in relazione la migrazione di cellule epiteliali con la radiazione infrarossa in questione. La particolarità di questo studio sta nel tentativo di misurare il beneficio dei FIR dal punto di vista quantitativo. Gli autori mostrano che i FIR promuovono la migrazione di cellule tubulari renali di topo. Esatto: cellule di topo. Da qui a parlare di benefici alla salute (e non dei topi) c’è ancora un bel po’ di strada da fare. Inoltre non è nemmeno chiaro se questo sistema di rivelazione possa essere utilizzato per tutte le situazioni. I prodotti proposti dall’azienda irradiano tessuti molto diversi tra loro, ognuno con una risposta diversa.
In attesa di risultati convincenti dobbiamo quindi concludere che non vi sono prove sufficienti a sostegno delle proprietà curative e detossificanti del prodotto in oggetto.
L'iniziativa Chiedi le Prove è consapevole che il dialogo è l’unico modo per rendere una società responsabile e attenta alle proprie esigenze. Auspichiamo, quindi, un ulteriore aggiornamento di questa vicenda e rimaniamo a disposizione qualora ci sia la volontà di dare origine a un dialogo che risulti costruttivo.