Nella corsa ai regali di Natale, titoli come "passa ai tablet per invogliare i bambini alla lettura" potrebbero influenzare la scelta dei regali di molti genitori. Dopotutto, chi non vorrebbe che i propri figli imparassero a leggere bene?
Questo articolo del Daily Telegraph afferma che i "bambini di età compresa tra i tre e i cinque anni spesso leggono più a lungo e hanno un vocabolario migliore quando usano strumenti dotati di tecnologia touch-screen". Se fosse vero, questo potrebbe spingere genitori e scuole a investire in tecnologie costose e quindi questo tipo di affermazioni deve basarsi su evidenze certe. Così abbiamo contattato gli autori dello studio su cui si basa l'articolo, National Literacy Trust e Pearson, per chiedere le prove a supporto di queste affermazioni.
L'autore principale dello studio, Dr. Susie Formby, ci ha inviato il link al testo completo del lavoro che prende in esame un campione di 1012 genitori e le abitudini alla lettura dei loro figli. I risultati di questo genere di studi statistici possono spesso essere piuttosto complessi e inizialmente non era chiaro se questi risultati fossero in accordo con l'affermazione del Daily Telegraph. Perciò abbiamo chiesto il parere di un esperto del campo, Jayesh Shah della Ipsos MORI (i suoi commenti qui riportati sono indipendenti dalla Ipsos MORI).
Jayesh ha fatto alcune considerazioni positive sullo studio e cioè che il campione studiato è sufficientemente grande per questo genere di studi e YouGov, l'ente che ha effettuato l'indagine statistica, è affidabile. Tuttavia ci sono anche alcuni problemi. In primo luogo, il campionamento è stato fatto online e questo rischia di dare maggior peso agli utenti dotati di tecnologia touch-screen. Inoltre, per quanto riguarda la parte principale della domanda, secondo Jayesh, "l'affermazione che i bambini leggono più a lungo su touch-screen che su carta non è deducibile dai dati del sondaggio" (vedi grafico). Jayesh ha messo in discussione anche i risultati riguardo il vocabolario dei bambini: infatti, per rispondere a questo interrogativo, il campione considerato scende a 183 bambini e la rappresentatività del sottocampione (la bontà con cui questo sottoinsieme è indice della popolazione effettiva - n.d.T.) che ha preso parte al test di vocabolario non è nota. In più, "le correlazioni tra conoscenza del vocabolario e lettura su touch-screen sembrano essere molto deboli" e "l'analisi non prende in considerazione altri fattori, come l'educazione dei genitori e posizione sociale delle famiglie". In base a questi indicatori, secondo Jayesh, il campione potrebbe risultare non omogeneo.
In conclusione: sembra che le prove a supporto dell'affermazione del Daily Telegraph non siano sufficientemente solide da consigliare ai genitori di orientarsi all'acquisto dei tablet poiché non c'è evidenza che i loro figli impareranno a leggere meglio.
Image by Brad Flickinger (CC BY-NC 2.0)
Tratto da un articolo scritto da ALEX THOMPSON