Contrariamente a quanto facciamo di solito, oggi vorremmo presentarvi una vicenda che appartiene al passato. Un caso interessante che si è rivelato molto importante per la giurisprudenza (e il consumatore), sebbene non abbia chiamato in causa all’epoca, la veridicità e le basi scientifiche relative ai risultati pressoché miracolosi che il prodotto in questione si vantava di poter ottenere.
Ringraziamo Laura per averci fatto conoscere questo curioso episodio.
La Carbolic Smoke Ball Company era un’azienda inglese che, nel 1891, mise sul mercato un prodotto chiamato Carbolic Smoke Ball[1,2], venduto come rimedio preventivo per l’influenza, la tosse e il raffreddore (e numerose altre affezioni delle vie respiratorie).
Nella pubblicità apparse su noti giornali dell’epoca il produttore dichiarava che avrebbe risarcito con la somma di 100 sterline (pari a circa 11.000 sterline attuali) chiunque avesse contratto l’influenza pur utilizzando correttamente il prodotto, secondo le istruzioni ad esso allegate.
Poiché la Smoke Ball costava soltanto 10 scellini, con ricariche da 5 scellini, sembrava in ogni caso essere un affare!
Un’inserzione pubblicitaria dell’epoca, ripresa da [2], dove il compenso viene addirittura alzato a 200 Sterline.
Il prodotto era costituito da una palla in gomma piena di fenolo (detto anche acido fenico o acido carbolico[3] , da cui il nome del prodotto) dalla quale fuoriusciva un tubicino che doveva essere inserito nelle narici dell’utilizzatore; premendo la palla si potevano inalare i vapori. Il naso avrebbe quindi iniziato a “scaricare” l’infezione virale, ripulendosi dall’influenza e dalle altre eventuali patologie.
Secondo le intenzioni del produttore la funzione antisettica del fenolo avrebbe “sterilizzato” la membrana nasale, impedendo agli utilizzatori di contrarre il virus.
All’epoca la signora Louise Elizabeth Carlill, non esistendo ancora “Ask for Evidence” (la corrispondente campagna inglese di “Chiedi le prove”), si fidò della pubblicità e acquistò la Smoke Ball, utilizzandola diligentemente secondo le istruzioni, tre volte al giorno per due mesi, per evitare di contrarre l’influenza. L'influenza era a quei tempi estremamente pericolosa (si stima che l'epidemia dell'inverno del 1889-90 avesse ucciso circa un milione di persone in tutto il mondo), perciò ognuno era ben consapevole del rischio e desideroso di prevenirla in ogni modo possibile.
Il 17 gennaio 1892 la signora Carlill contrasse l’influenza. Per sua fortuna superò positivamente la malattia, ma decise di chiedere il risarcimento che il produttore della Smoke Ball aveva promesso nella pubblicità a chiunque avesse contratto l’influenza pur utilizzando correttamente il suo prodotto.
La Carbolic Smoke Ball Company rifiutò di pagare, dapprima ignorando le richieste, poi cercando di sostenere che non era stato stipulato alcun contratto.
Oggi la sentenza di questo caso è considerata un “caso scuola” della giurisprudenza in materia di contrattualistica, in particolare riferimento alla cosiddetta “promessa al pubblico”, atto giuridico unilaterale tramite il quale un determinato soggetto si vincola pubblicamente a eseguire una determinata prestazione nei confronti di chi si troverà in una determinata situazione o di chi compirà una determinata azione.
Il caso, infatti, non si risolse con una valutazione in merito alla reale efficacia del rimedio, ma fu discusso da un punto di vista meramente contrattuale e venne stabilito quanto segue: il produttore aveva promesso il risarcimento a chi avesse contratto l’influenza ed era pertanto tenuto a pagare.
La signora Carlill visse fino al 1942, spirando all’età di 96 anni. Morì, pare, di influenza, certamente complicata dalla non più giovane età.
Tornando nel presente, ricordiamoci che, per quanto l’idea di essere risarciti possa esercitare un certo fascino, spingendoci magari ad acquisti “impulsivi”, la scelta migliore è sempre quella di chiedere spiegazioni e prove. In questo modo avremo la possibilità di fare scelte consapevoli.
[1] J. Poole, Casebook on Contract Law, Oxford University Press, Oxford 2010
[2] https://en.wikipedia.org/wiki/Carlill_v_Carbolic_Smoke_Ball_Co
[3] Il fenolo veniva utilizzato fin dagli anni Sessanta dell’Ottocento come antisettico, anche applicato direttamente su ferite, e per la disinfezione della strumentazione chirurgica. Oggi si sa che può essere fortemente tossico, oltreché irritante per le mucose.