Una persona che ci segue con interesse, vedendo la pubblicità di un integratore, ha deciso di “chiedere le prove” in base al messaggio pubblicitario proposto dall’azienda. Ecco la sua storia.
Ho visto in TV la pubblicità degli integratori Swisse e sono andato a visitare il sito internet dell’azienda per avere maggiori informazioni.
Mi ha incuriosito leggere che i multivitaminici “per uomo e per donna contengono 45 ingredienti per fornire oltre 50 benefici” e che le formule impiegate sono “supportate scientificamente”. Nel sito è anche presente una sezione (La scienza alla base di Swisse) nella quale è riportato che l’azienda investe in ricerche scientifiche aggiornate e controllate in maniera indipendente. Viene inoltre sottolineata l’importanza delle partnership di ricerca, “dalle principali università di ricerca accademica e i ricercatori leader a livello mondiale, ai dottorati di ricerca e i progetti post-dottorato per ricerche dirette da ricercatori”.
All’interno del sito però non ho trovato alcun riferimento specifico agli studi effettuati oppure alle università con cui l’azienda collabora. Pertanto ho deciso di contattare il Servizio Clienti dell’azienda e chiedere i riferimenti agli studi, pubblicati e disponibili, che sono stati condotti per validare e supportare l’efficacia degli integratori.
Pochi giorni dopo la mia mail, il Servizio Clienti ha risposto rammaricandosi del fatto che non potevano fornirmi tali dati e studi perché si tratta di documenti che contengono “segreti professionali”.
La risposta mi ha lasciato perplesso. Ho fatto notare che gli studi per valutare l’efficacia di un prodotto non possono e non devono svelare i segreti industriali legati a una particolare formulazione, in quanto essi devono soltanto andare a valutare l'effetto sui soggetti che assumono quel tal integratore rispetto quelli che assumono un altro prodotto o un placebo. La risposta così confezionata, di fatto, non permette al pubblico di verificare la fondatezza delle affermazioni riportate nel sito e, da potenziale consumatore, ho suggerito se non fosse il caso rimodulare la campagna pubblicitaria con un messaggio diverso.
A quel punto il Servizio Clienti ha ribadito che la documentazione richiesta è classificata come “proprietaria” e che la posizione dell’azienda è quella di non condividere queste informazioni con i consumatori.
Ognuno di noi deciderà che opinione farsi di un prodotto che è validato da studi coperti da “segreti professionali”.
Per poter prendere delle decisioni consapevoli, tuttavia, siano queste relative all’acquisto di un prodotto o alla formazione di un’opinione su un qualsiasi argomento, è necessario avere a disposizione dei fatti, concreti, oggettivamente e pubblicamente dimostrabili.
Citando il noto scrittore Arthur Clarke: “Ogni tecnologia sufficientemente avanzata è indistinguibile dalla magia” ma probabilmente questo discorso si può estendere anche ad una tecnologia che viene commercializzata senza che vengano resi disponibili i suoi “principi” in modo trasparente.
Chi segue Chiedi le Prove sa bene che siamo sempre favorevoli a promuovere un dialogo costruttivo e rimaniamo quindi a disposizione per riportare ogni eventuale aggiornamento su questa vicenda.