Pubblichiamo una storia che ci è resa nota da un asker particolarmente curioso e attento.
Sono stato incuriosito dalla pubblicità dello Zactival , un prodotto, venduto online, che promette di eliminare velocemente il peso in eccesso.
Naturalmente questo non è l’unico prodotto dimagrante presente in commercio; si possono trovare numerosi farmaci e integratori, acquistabili in farmacia, nei supermercati o anche in rete, con principi e meccanismi di azione differenti.
Quello che mi ha colpito nella pubblicità dello Zactival è la presunta modalità di azione del prodotto: nella homepage del sito è riportato che “1 sola compressa corrisponde a 1 chilo in meno in sole poche ore” e “dimagrirai con una normale alimentazione, senza alcuna rinuncia, mangiando persino i grassi”. Quindi il prodotto assicurerebbe una perdita ponderale proporzionata al numero di compresse che si assumono, senza la necessità di modificare il proprio regime alimentare o lo stile di vita. A supporto di quanto dichiarato, nel sito si fa riferimento a uno studio effettuato in “3 differenti paesi (Italia – Germania – Francia) sotto il controllo del Prof. Haxen del Lussemburgo”; tale studio avrebbe coinvolto 47 persone, ottenendo risultati in linea con quelli attesi.
Ho cercato in rete dei riferimenti a questo studio ma non ho trovato nulla.
Ho così deciso di contattare il distributore del prodotto, sia attraverso l’email utilizzata per la consegna del materiale pubblicitario sia compilando l’apposito modulo presente all’interno del sito, e richiedere i dettagli del test.
Nonostante alcuni solleciti, fino ad ora non ho ottenuto alcuna risposta.
Ho provato a verificare se su Internet esistessero dei riferimenti, di qualsiasi natura, al prodotto in esame.
Sono andato sul sito dell’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato e ho eseguito una ricerca con la parola chiave Zactival. Ho così scoperto che l’Autorità si era già occupata del prodotto, richiedendo alla ditta distributrice le informazioni riguardanti le caratteristiche, la composizione e le specifiche proprietà del prodotto pubblicizzato, i test condotti con illustrazione dei risultati e della metodologia utilizzata, gli studi e le ricerche scientifiche effettuati in merito al prodotto, l’assenza di effetti collaterali e anche l’autenticità delle testimonianze riportate.
Non avendo ricevuto alcuna documentazione, l’Autorità deliberò, con Provvedimento n. 13085, che il messaggio pubblicitario costituisse una fattispecie di pubblicità ingannevole, vietandone l’ulteriore diffusione. Il disposto venne pubblicato all’interno del bollettino n. 15 in data 26/4/2004 (http://www.agcm.it/component/joomdoc/bollettini/15-04.pdf/download.html).
Successivamente all’invio di questa storia, l’asker ci ha nuovamente contattato per comunicarci ulteriori ricerche condotte.
Nella pagina in cui è pubblicizzato lo Zactival, è presente un numero di telefono, per ordini e informazioni. Per mera curiosità, ho inserito il numero nella finestra di ricerca di Google e ho così trovato diverse pagine pubblicitarie, simili allo Zactival, in cui vengono proposti altri
prodotti dimagranti dai risultati portentosi oppure delle pillole virilizzanti, i cui straordinari effetti vengono rappresentati da immagini a dir poco esplicite. Leggendo i termini e le condizioni di vendita, ho notato che tutte queste pagine fanno riferimento a una società con sede a Panama.
Sembra alquanto inverosimile che prodotti così stupefacenti possano contare su una base scientifica e non è del tutto azzardato ipotizzare gli estremi di una truffa bella e buona.
Questa storia non può che far riflettere.
La mancata risposta della ditta distributrice non ci fornisce un primo riscontro di natura scientifica a quelle che sono ragionevoli domande per un prodotto che, come consumatori, potremmo avere la volontà (o la semplice curiosità) di testare.
Non solo. I “precedenti” del prodotto sono pubblici, oggettivamente poco chiari, motivo in più per voler avere delle risposte trasparenti.
Ribadiamo, quindi, ancora una volta, come chiedere le prove di ciò che si legge o si sente, non sia esercizio di stile ma una abitudine capace di rendere una società più matura e razionale. Nello specifico, sicuramente più sana.