Come promuovere la sicurezza del parto naturale?

Una proposta di legge suggerisce l’utilizzo di un dispositivo dall’efficacia dubbia.

Come promuovere la sicurezza del parto naturale?

Come promuovere la sicurezza del parto naturale?

Due parlamentari italiani hanno presentato una proposta di legge (primi mesi del 2015) volta a promuovere la "sicurezza del parto naturale" attraverso l’adozione obbligatoria in tutte le ASL di un “dispositivo innovativo” chiamato “Baby Birth”.

Si tratta di una fascia che si applica sull'addome della partoriente, costituita da tre camere d'aria gonfiabili.

Allo stato attuale, l’attendibilità di tale dispositivo non è universalmente accettata dalla comunità scientifica, in quanto non ne sono chiari l'efficacia e la sicurezza. In effetti, esiste un unico studio italiano che sembra mostrare l'utilità di tale strumento.

Salvo Di Grazia (MedBunker) ha deciso di provare a vederci chiaro.

Ha inviato un’email all’autrice dello studio, chiedendo chiarimenti. L’autrice non ha risposto.

Una seconda email è stata inviata alla casa distributrice del prodotto per chiedere i riferimenti scientifici sulla sicurezza ed efficacia del dispositivo. Anche questa seconda email è rimasta senza risposta.

I soggetti coinvolti dalla proposta di legge, che prevede ingenti investimenti di denaro pubblico e l'uso di uno strumento sui pazienti, non hanno, mentre vi scriviamo questa storia (ottobre 2015), ancora fornito risposte a MedBunker.

L’articolo completo di Salvo Di Grazia si trova a questo link:

Http://digrazia-lescienze.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/08/03/baby-birth-ovvero-come-sprecare-milioni-per-una-cosa-inutile/

AGGIORNAMENTO (Febbraio 2016):

Tre persone che hanno deciso di cimentarsi come asker e partecipare così all’iniziativa “Chiedi Le Prove”, hanno fatto richiesta di poter visionare i riferimenti scientifici a sostegno della sicurezza e dell’efficacia del dispositivo “Baby Birth”. Da quanto ci è dato sapere, due asker non hanno ottenuto alcuna risposta. Al terzo asker è stato risposto che non gli sarebbe stata fornita alcuna documentazione in merito al dispositivo.

Al momento, quindi, dai soggetti interpellati non abbiamo ricevuto alcuna risposta che ci indichi con precisione dove reperire tutta la documentazione scientifica che è stata posta a fondamento delle affermazioni riguardo all’efficacia ed alla sicurezza del dispositivo in esame.

Consapevoli, però, che il dialogo sia l’unico modo per rendere una società responsabile ed attenta alle proprie esigenze, auspichiamo un ulteriore aggiornamento di questa vicenda, con un maggiore interesse nel dibattito scientifico e rimaniamo a disposizione qualora ci sia la volontà di dare origine ad un dialogo che risulti costruttivo.