Il diabete è una condizione metabolica cronica che comporta la presenza nel sangue di livelli eccessivamente alti di glucosio. Il nostro corpo trasforma buona parte di ciò che mangiamo in glucosio e lo rilascia nel sangue. Quando i livelli di glucosio si alzano il pancreas rilascia insulina, un ormone che permette al glucosio di entrare nelle cellule e di essere utilizzato come energia. Se non viene prodotta abbastanza insulina o le cellule diventano resistenti ad essa, vi sarà un accumulo eccessivo di glucosio nel sangue ed è qui che subentra il diabete. L’accumulo non fisiologico di glucosio nel sangue alla lunga può portare a molti problemi di salute, come problemi cardiovascolari, danni alla vista, ai nervi e ai reni[1].
Il diabete rappresenta un problema di salute pubblica assolutamente rilevante, considerando che nel mondo ben 422 milioni di persone vivono con questa condizione, la quale causa ogni anno 1.500.000 decessi[2]. Per quanto riguarda l’Italia i dati ISTAT ci dicono che nel nostro paese circa 3.500.000 di persone vivono con il diabete, il 5,9% della popolazione[3].
Il diabete può essere di varie tipologie. Forniamo qui un elenco non esaustivo[4]:
Diabete di tipo 1: a causa di una reazione autoimmune il corpo non produce insulina. I malati quindi per sopravvivere dovranno assumere l’insulina ogni giorno. Circa il 10% dei malati di diabete ha il tipo 1.
Diabete gestazionale: si sviluppa nelle donne incinta senza precedenti diagnosi di diabete e scompare (nella maggior parte dei casi) una volta che il bambino/a è nato/a. Nonostante ciò aumenta i rischi di diabete di tipo 2 nel corso della vita, sia per ciò che riguarda la madre sia per ciò che riguarda il bambino.
Prediabete: condizione in cui il glucosio nel sangue è più alto del normale ma non a sufficienza per una diagnosi di diabete di tipo 2. Aumenta i rischi di sviluppare il diabete di tipo 2, ma questo può essere scongiurato con lo stile di vita.
Diabete di tipo 2: il 90% circa dei malati di diabete presenta questa forma. In questo caso l’insulina viene prodotta ma le cellule non riescono ad utilizzarla in maniera adeguata. Viene diagnosticato solitamente più in là negli anni in quanto subentra gradualmente e inizialmente i sintomi non sono evidenti. Fattori di rischio come obesità, fumo, scarso consumo di frutta e verdura, mancanza di attività fisica e familiarità aumentano i rischi di andare incontro a questa condizione.
Il diabete di tipo 2 è stato menzionato per ultimo non per caso, è infatti ciò che ci interessa nella storia che stiamo per raccontare. Abbiamo visto come questa condizione riguardi molte persone, facendone un problema assolutamente rilevante, e abbiamo visto anche quanto siano importanti per la sua gestione non solo le medicine tout court ma anche gli stili di vita. A tal proposito non sorprende che molte aziende cerchino soluzioni che possano altresì migliorare la vita dei malati di diabete di tipo 2. L’azienda toscana Aboca produce prodotti naturali per la cura di diversi disturbi tra cui il reflusso, la tosse, il mal di gola, la stipsi, per il rinforzo delle difese immunitarie etc… In particolare l’attenzione dell’asker Alberto si è concentrata sul prodotto Libramed[5], delle bustine monodose per il controllo del picco glicemico post prandiale. Il prodotto è basato su un gel denominato PGR, una macromolecola complessa basata sui polisaccaridi (zuccheri complessi) e coperta da brevetto europeo. È composto da ingredienti ricavati da piante ricche di fibre come il Glucomannano, cellulosa, fico d’india, radice di cicoria, Altea Comune, Lino Comune e Tiglio. Il prodotto è potenzialmente interessante per l’asker in quanto un suo familiare è affetto da diabete di tipo 2, ha deciso così di scrivere all’azienda per richiedere le evidenze scientifiche che dimostrino la capacità del prodotto di controllare il picco glicemico, in modo da poterne valutare l’acquisto. L’azienda ha risposto indicando una serie di studi. Andiamo quindi ad analizzarli.
Le prove
Il primo studio[6] si propone di indagare gli effetti del PGR su soggetti affetti da obesità, sindrome metabolica [7] e diabete di tipo 2. Lo studio ha arruolato 100 volontari rientranti in questa categoria di pazienti, e li ha suddivisi in due gruppi. Il primo gruppo è stato trattato per 6 mesi con il PGR, il secondo gruppo invece ha assunto metformina, il farmaco principale per la cura del diabete di tipo 2. In entrambi i gruppi è stato riscontrato un miglioramento dei parametri associati al diabete. Questi parametri sono:
HbA1C[8]: misura del glucosio nel sangue basata sulla vita media dei globuli rossi (la loro concentrazione è direttamente proporzionale ai livelli di glucosio.
Glucosio post prandiale:è il valore della glicemia misurato a 2 ore dal pasto. Un valore elevato può essere indice di diabete.
C-Peptide[9], molecola di 31 amminoacidi pro-insulinica prodotta dalle cellule beta del pancreas. La sua concentrazione è direttamente proporzionale all’insulina prodotta
HOMA-IR Insulino resistenza, causata dalla mancanza di recettori sulle cellule. Ad alti livelli di resistenza è associato il diabete.
Lo studio conclude che il PGR non è inferiore alla metformina nel migliorare i parametri associati al diabete. Tuttavia come conclude lo studio stesso il campione scarso e il follow-up di durata non sufficiente rendono lo studio inadatto a tirare delle conclusioni di una certa solidità. Inoltre lo studio era single blind, vale a dire a singolo cieco. Questo significa che i ricercatori conoscevano i gruppi cui i volontari sono stati assegnati. Questo introduce pregiudizi non controllabili nella valutazione dei risultati da parte degli stessi. Un ricercatore con particolare fiducia nel PGR ad esempio potrebbe, senza accorgersene, essere istintivamente portato a valutare con scarsa obiettività certi risultati, sapendo che quel determinato soggetto ha assunto PGR.
Il secondo studio[10] indaga sull’efficacia del PGR nel ridurre l’appetito e i trigliceridi nei bambini affetti da obesità. Lo studio ha arruolato 46 volontari, i quali sono stati suddivisi in due gruppi. Tutti i volontari hanno ricevuto un pasto, ma 20 minuti prima di esso il gruppo A ha ricevuto un placebo, mentre il gruppo B due capsule di PGR. I risultati mostrano una riduzione dei trigliceridi, quindi grassi, nel gruppo che ha assunto PGR. Questo risultato non è attinente con il diabete, in quanto i trigliceridi rappresentano un fattore di rischio per le malattie cardiovascolari, ma non sono direttamente legati al diabete. Inoltre il difetto principale dello studio consiste nel campione molto basso. Lo studio ha rilevato anche una percezione della riduzione dell’appetito, ma valgono le stesse considerazioni.
Il terzo studio [11] mira ad indagare sugli effetti del PGR su glicemia, lipidi e peso in soggetti affetti da obesità moderata. Si tratta di uno studio randomizzato ed in doppio cieco, che arruola 67 soggetti.
Il trial è stato registrato ma non siamo riusciti a trovare la pubblicazione sulle riviste scientifiche, non abbiamo quindi altre informazioni a riguardo. Sarebbe sicuramente interessante averlo nel caso venisse pubblicato ai fini dell’aggiornamento della storia.
Il quarto studio [12] indaga sugli effetti del PGR su insulino-resistenza e iperinsulinismo in bambini obesi e adolescenti con sindrome metabolica. Si tratta di uno studio retrospettivo, questo significa che non vengono arruolati volontari per condurre lo studio, si vanno a spulciare le banche dati sanitarie alla ricerca di soggetti che rispettino i criteri di inclusione nello studio, in base a ciò che vuole studiare, e si osservano i risultati. Questo genere di studi presenta un rischio più alto di bias rispetto agli RCT (Randomized Control Trials) in quanto non si hanno sotto controllo tutte le possibili variabili come quando vi è un processo di selezione diretta dei partecipanti da parte degli sperimentatori. In questo caso sono stati selezionati 129 soggetti trattati per un anno con metformina. Scaduto l’anno, 71 di questi soggetti sono stati trattati anche con PGR oltre alla metformina, gli altri solo con metformina. Tutto questo per un altro anno. Nel gruppo trattato con metformina più PGR vi è stato un miglioramento più marcato dei parametri associati al diabete, rispetto al gruppo che ha assunto solo metformina. Parametri che includono quelli che abbiamo citato precedentemente, vale a dire: indice di massa corporea (BMI), HBA1C, HOMA e l’indice Matsuda (un indice associato all’insulino resistenza). Lo studio ha diverse limitazioni, come accennato prima di tutto è uno studio retrospettivo e open label, in cui i partecipanti sapevano cosa stavano assumendo. Questo può aver provocato dei bias nei risultati, per esempio il gruppo che ha assunto metformina e PGR può essersi sentito più motivato a migliorare il proprio stato di salute, sentendo di avere un supporto terapeutico maggiore. Ulteriori limitazioni consistono nella mancanza di un gruppo di controllo che abbia assunto solo un placebo. Nello studio è presente a dire il vero un gruppo di controllo di 51 persone trattato solo con una dieta a basso indice glicemico, ma un placebo vero e proprio, non sottoposto a dieta, sarebbe stato più utile per capire gli effetti del PGR sul metabolismo.
Il quinto studio [13] cerca di capire se il PGR è in grado di ridurre il rischio di diabete di tipo 2 in bambini e adolescenti con storie familiari di obesità e diabete di tipo 2. Per fare ciò è stato arruolato un campione di 150 bambini e adolescenti tra gli 8 e i 16 anni con storie familiari di diabete di tipo 2 e obesità. Lo studio prevede la suddivisione del campione in 3 gruppi: il primo è composto da 53 volontari, i quali hanno assunto capsule di PGR e hanno seguito una dieta a basso indice glicemico. Il secondo gruppo ha seguito una dieta a basso indice glicemico ed è composto da 45 soggetti. Il terzo gruppo ha seguito una dieta più blanda con riduzione di grassi e carboidrati. I volontari sono stati seguiti per un anno.
È stato osservato nel primo gruppo un calo significativo dei soggetti che presentavano Acanthosis nigricans, una malattia della pelle associata ad obesità e alti livelli di insulina [14], i quali sono passati da 7 a 3. In totale i pazienti che presentavano Acanthosis nigricans erano 17, divisi nei tre gruppi.
Vi è stato un calo dell’insulino-resistenza (HOMA-IR) nel primo e nel secondo gruppo. Nel primo gruppo però si è avuto un calo di glucosio e insulina, mentre nel secondo gruppo si è avuto un calo solo dei livelli di insulina.
Nel primo gruppo si è avuto anche un calo di HBA1C (vedi sopra).
I risultati sebbene sembrino importanti hanno una scarsa solidità per via delle limitazioni dello studio. Prima di tutto il campione è piuttosto piccolo, se si conta inoltre che esso viene suddiviso in 3 gruppi, il campione utile oggetto di studio si riduce di ⅓. Un’ulteriore limite metodologico consiste nel fatto che lo studio non è in cieco, i volontari quindi sanno cosa assumono, con i rischi di bias già citati sopra, manca inoltre un gruppo di controllo che abbia assunto solo PGR, per poterne distinguere meglio gli effetti da quelli della dieta.
Come citato dallo studio stesso inoltre i risultati non sono sufficientemente significativi.
Il sesto studio [15] studia gli effetti di Libramed su metabolismo ormoni e sazietà in bambini obesi. Si tratta di uno studio in due fasi in cui sono stati reclutati 120 bambini obesi, 80 per la fase 1 e 40 per la fase 2. Gli 80 volontari destinati alla fase 1 sono stati suddivisi in due gruppi: 20 minuti prima di un pasto i volontari hanno dovuto assumere libramed oppure un placebo
Per la fase 2 sono stati reclutati i 20 soggetti che hanno mostrato il carico glicemico più alto nell’esame effettuato in fase di reclutamento, nonché i 20 soggetti che hanno mostrato un carico glicemico basso. I primi hanno praticato sport e assunto Libramed o il placebo. Nel gruppo B sono stati prescritti solamente dieta e sport.
Vale qui lo stesso discorso fatto per il terzo studio. Vale a dire che anche questo è stato registrato ma non siamo riusciti a reperirne il paper. Anche in questo caso non disponiamo quindi di ulteriori informazioni e purtroppo la registrazione di un trial clinico senza una pubblicazione scientifica peer-reviewed che ne illustri i risultati non e’ una prova scientifica, sebbene un buon inizio.
Conclusioni
Dopo aver analizzato i vari studi a nostra disposizione possiamo dire che le prove fornite dall’azienda sono certamente un buon inizio, ma a livello scientifico non sono ancora particolarmente robusti nel supportare la dichiarazione della stessa, secondo cui Libramed aiuterebbe a gestire i picchi glicemici. Questo soprattutto per via degli importanti limiti metodologici riscontrati nei vari studi e per i campioni scarsi. Limiti che in alcuni degli studi proposti, per stessa ammissione, hanno portato a risultati scarsamente significativi dal punto di vista statistico. Occorrono studi più solidi per poter confermare quanto di positivo è comunque emerso dagli studi forniti, vale a dire la capacità di Libramed di gestire il picco glicemico, a meno che detti studi non siano già in possesso dell’azienda. In tal caso sarebbe interessante averli.
Si ringrazia il Dott. Alessandro Saibene, medico chirurgo specialista in diabetologia Specialista In Scienza dell'Alimentazione e Medico Responsabile Centro Multidisciplinare di Diabetologia Dietologia e Nutrizione Clinica Clinica San Carlo Paderno Dugnano, per la revisione.
L’iniziativa Chiedi le Prove è consapevole di come il dialogo sia l’unico modo per rendere una società realmente responsabile e attenta alle proprie esigenze. Rimaniamo sempre a disposizione qualora ci sia la volontà di dare origine a un dialogo che risulti costruttivo.
Bibliografia
[1] https://www.epicentro.iss.it/diabete/ .
[2] https://www.who.int/health-topics/diabetes#tab=tab_1
[3] https://www.epicentro.iss.it/diabete/epidemiologia-italia
[4] Vi sono anche, ad esempio, diabete MODY, diabete LADA, diabete secondario ad altre patologie etc
[5] https://archive.is/wip/Fx9xT
[6] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33906073/
[7] Sindrome che viene diagnosticata quando sono presenti più fattori di rischio in contemporanea, come obesità, trigliceridi alti, pressione alta e alti livelli di glicemia. https://www.humanitas.it/malattie/sindrome-metabolica/
[8]https://www.sciencedirect.com/topics/medicine-and-dentistry/hemoglobin-a1c
[9] https://www.diabete.com/peptide-c-che-cose-e-che-cosa-misura/
[10] https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC7019363/
[11] https://beta.clinicaltrials.gov/study/NCT03423368
[12] https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/28531113/
[13] https://ijponline.biomedcentral.com/articles/10.1186/s13052-015-0109-7
[14] https://www.my-personaltrainer.it/salute-benessere/acantosi-nigra.html
[15] https://clinicaltrials.gov/ct2/show/nct02148614
(https://trialbulletin.com/lib/entry/ct-02148614 )