Nel mondo di oggi le persone sono sempre più attente al proprio benessere. Chi non vorrebbe risolvere i propri problemi di salute facilmente o migliorare le proprie prestazioni sportive? Il mercato oggi propone un’infinità di possibili soluzioni, anche alimentari. In quest’ultima categoria possiamo trovare integratori, pasti sostitutivi… ce n’è per tutti i gusti. Essendo l’offerta sul mercato elevata diventa difficile farsi delle idee ben fondate e chiedere le prove rimane uno dei pochi modi di orientarsi ed essere certi di acquistare una soluzione che sappiamo di poter ritenere efficace ed adatta alle nostre specifiche esigenze.
Tra le molte opzioni disponibili sul mercato, l’Asker Andrea è stato incuriosito da quello che offre l’azienda toscana Multibrand SRL. L’azienda produce Oxygizer, una particolare acqua arricchita di ossigeno in quantità decisamente maggiore rispetto a quelle contenute nelle acque minerali convenzionali. Secondo l’azienda l’acqua così arricchita avrebbe una serie di benefici, tra cui velocizzare <<la fase di recupero post-allenamento>>, <<favorire la digestione e migliorare l’attivita’ intestinale>>, e in più velocizzare <<l’assorbimento di alcool>>. Dalla pagina facebook del prodotto “Oxygizer Italia”, viene annunciato inoltre che <<Oxygizer riduce il reflusso gastrico da stress>>.
Andrea ha chiesto delle evidenze scientifiche che supportino queste affermazioni. Gli è stato risposto che sul sito ci sono alcune ricerche di cui è possibile prendere visione.
La prima ricerca [1] presente sul sito indaga sul rapporto tra acqua ossigenata e diabete. Il campione della ricerca consta 224 soggetti, scelti in base ai livelli di glucosio, > 126 preprandiale e >200 post-prandiale. Dei soggetti scelti 108 avevano il diabete mellito e 116 no. I soggetti sono stati divisi in due gruppi casuali, di cui uno doveva bere per 90 giorni bottiglie da 235 ml di acqua arricchita di ossigeno, gli altri dovevano bere acqua normale (un placebo). I risultati sembrano confermare che nel gruppo che ha bevuto acqua arricchita di ossigeno la diminuzione della glicemia post-prandiale sia stata più marcata rispetto a quanto avvenuto nel gruppo che ha bevuto acqua normale.
Lo studio presenta però diversi limiti. In primis, nulla è dato sapere sul tipo di diabete che avevano i soggetti reclutati. È noto come ci siano differenze fondamentali tra diabete di tipo 1 e di tipo 2 nella loro eziopatogenesi e fisiopatologia. C’è poi da considerare come gli autori non diano nessuna informazione circa la composizione dell’acqua arricchita di ossigeno che veniva somministrata ai soggetti. Inoltre, nulla è dato sapere sulle loro abitudini alimentari, che notoriamente influenzano i livelli di glicemia dei pazienti. La rivista sul quale è stato pubblicato ha un impact factor piuttosto scarso, questo naturalmente non vuol dire che la revisione paritaria non sia stata condotta in maniera rigorosa. Tuttavia, c’è da dire che la ricerca non è in cieco e questo è un limite importante, in quanto senza il cieco convinzioni personali possono influenzare i risultati anche inconsciamente. Aspettative personali sulla ricerca possono indurre gli sperimentatori a trascurare i dati ad essa sfavorevoli. Si tratta di un bias cognitivo piuttosto comune, il cherry picking.
L’articolo inoltre cita il fatto che molti pazienti appartenenti al gruppo di persone che ha bevuto acqua ossigenata hanno dichiarato di sentirsi meglio. Tuttavia, la testimonianza personale non va presa in considerazione come prova, in quanto è molto facile che aspettative e opinioni personali abbiano indotto un effetto placebo, il quale può aver portato la persona a dichiarare in buona fede di sentirsi meglio anche se in realtà non vi è stato un vero miglioramento. L’effetto placebo può indurre il cervello a produrre endorfine che attenuano il dolore [2]. Inoltre non è affatto detto che anche un miglioramento reale sia stato causato dal trattamento, per capire se un trattamento causa effettivamente un miglioramento è necessario un RCT (Randomized Control Trial) in grado di prendere in considerazione tutte le variabili che possono aver influito sul risultato.
Non si capisce inoltre quale sia la concentrazione di ossigeno nell’acqua ossigenata usata, impossibile quindi confrontarla con il prodotto Oxygizer. In base a quanto sopra esposto bisogna constatare che secondo noi la ricerca non è sufficiente a dimostrare scientificamente l’efficacia dell’acqua arricchita di ossigeno contro il diabete.
La seconda ricerca che analizziamo indaga sulla relazione tra acqua ossigenata e recupero post allenamento, in particolare sull’accumulo di acido lattico. Lo studio è in cieco e ha previsto la partecipazione di 24 soggetti. Questi ultimi hanno dovuto esercitarsi su un tapis roulant fino a percorrere 5 km e a metà di essi è stata data acqua ossigenata da assumere durante l’esercizio e durante il riposo mentre agli altri è stata data acqua normale (un placebo). I test sul sangue dei partecipanti sembrano dimostrare uno smaltimento più veloce dell’acido lattico in chi ha assunto acqua ossigenata. Il risultato pare interessante, tuttavia la ricerca ha secondo noi alcune pecche. Innanzitutto, il campione utilizzato è piuttosto basso, ciò significa che per trarre conclusioni più solide e più chiaramente distinguibili da quello che potrebbe essere una fluttuazione statistica dovuta al campione basso, occorrerebbero altri studi che coinvolgano un campione più alto. Inoltre, la ricerca è stata condotta su atleti, non è quindi rappresentativa di un’utenza più variegata che comprenda gente che atleta non è.
Un’altra ricerca [3] indaga sugli effetti del consumo di acqua arricchita di ossigeno sul sistema immunitario. Si tratta di uno studio randomizzato e in doppio cieco che coinvolge 24 volontari. Metà ha bevuto acqua ossigenata per 28 giorni, gli altri 12 acqua normale. Al giorno 1 e al giorno 28 sono stati eseguiti dei test su anticorpi, linfociti T e radicali liberi dell’ossigeno. La ricerca ha osservato un transitorio aumento dei radicali liberi dell’ossigeno nel gruppo di chi ha bevuto acqua ossigenata e un aumento del rapporto TH1/TH2. Queste ultime rappresentano sub-popolazioni di linfociti. Le cellule TH1 sono coinvolte nell’attivazione dell’immunità cellulo mediata dalle cellule T CD8+. Le cellule TH2 invece sono importanti per l’attivazione dell’immunità umorale. In pratica per la produzione di anticorpi. Le cellule TH2 inoltre sono coinvolte nella patogenesi delle allergie. In via teorica un aumento del rapporto TH1/TH2 potrebbe equivalere a un effetto protettivo nei confronti delle allergie ma non è possibile desumerlo da questo studio. I risultati di questa ricerca quindi si possono considerare poco rappresentativi considerato il campione piuttosto piccolo. Inoltre in nessun modo gli autori concludono che l’acqua arricchita di ossigeno sia benefica per la salute; piuttosto escludono che possa causare effetti nocivi su fegato e sistema immunitario.
Un’ultima ricerca [4] indaga sul rapporto tra l’ossigeno disciolto nell’acqua e lo smaltimento dell’alcol nel sangue. Sembra infatti, secondo l’abstract della ricerca, che un maggior livello di ossigeno disciolto nelle bevande alcoliche porti ad una eliminazione più veloce dell’alcool. La ricerca si propone quindi di valutare se l’acqua ossigenata possa portare un ulteriore contributo. La ricerca consta di 15 volontari, divisi in 3 gruppi. Un gruppo ha consumato bevande alcoliche normali e acqua normale, il secondo alcolici arricchiti di ossigeno e acqua normale mentre il terzo alcolici arricchiti di ossigeno e acqua ossigenata. In base ai parametri analizzati il gruppo che ha ottenuto il miglior risultato è il terzo, viene quindi postulato che l’acqua ossigenata abbia un ruolo nell’eliminazione dell’alcool. Tuttavia, i risultati non sarebbero significativi: va notato infatti che il campione utilizzato è molto ridotto, specialmente se si considera che dividendo equamente il già esiguo numero totale (15) di partecipanti la statistica effettiva diventa fatta su campioni di 5 (!!) soggetti.
Sul sito sono presenti anche dei risultati di test eseguiti con acqua Oxygizer su frequenza cardiaca, emissione di CO2 e livello di lattato che sembrano evidenziare effetti positivi. Non è presente tuttavia un link allo studio completo.
Sulla base delle prove a disposizione, dunque non è possibile dimostrare scientificamente che il prodotto in questione abbia davvero le proprietà indicate dall’azienda. Chiedi Le Prove tuttavia è sempre aperta al dialogo, ci auspichiamo quindi aggiornamenti in modo da poter trattare la questione in modo più esaustivo [5].
Intendiamo ringraziare il Prof. Dott. Antonio Crisafulli (fisiologo) per l’aiuto nell’analisi delle ricerche e nella comprensione di alcuni concetti tecnici.
L’iniziativa Chiedi le Prove è consapevole di come il dialogo sia l’unico modo per rendere una società realmente responsabile e attenta alle proprie esigenze. Rimaniamo sempre a disposizione qualora ci sia la volontà di dare origine a un dialogo che risulti costruttivo.
Bibliografia:
[2]https://www.lescienze.it/news/2009/08/27/news/effetto_placebo_non_solo_cervello-573767/
[3] Di questa ricerca è disponibile solo l’abstract, ci si basa quindi su quello.
https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/15896427/ (vi mando in allegato il file pdf)
[4] https://www.sciencedirect.com/science/article/abs/pii/S074183291200153X?via%3Dihub
[5] Ci siamo occupati della stessa questione in una storia precedente. In questa storia vi è anche una disamina sull’assorbimento dell’ossigeno da parte del corpo umano dal punto di vista scientifico. https://www.chiedileprove.it/story/58